AnconaToday, 13/01/23: ‘Odissea al pronto soccorso, i (pochi) medici come in trincea. Borromei: “Più comprensione”‘

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Il caso dell’utente che si è presentato l’altra sera al Pronto soccorso di Torrette con un codice verde, e quindi un’attesa di oltre 9 ore, ha provocato nuove polemiche sulla gestione del servizio. Ma i medici assicurano di fare sforzi oltre l’immaginabile. 

ANCONA – Una notte al pronto soccorso: potrebbe essere il titolo di una nuova serie tv. In realtà non è altro che il racconto di una cruda verità di quanto accade ogni giorno all’accettazione di prima emergenza negli ospedali del territorio. I problemi sono molteplici: innanzitutto si presentano pazienti con ogni tipo di criticità. Anche le minori, quelle che non hanno necessità di un trattamento d’urgenza. E contestualmente arrivano, invece, i casi più gravi che devono essere presi immediatamente in consegna. Risultato: chi ha un codice verde, ovvero di minore gravità, si trova a dover aspettare ore, suscitando un certo nervosismo.

Il caso

E’ successo lunedì sera ad un anconetano di 47 anni, arrivato al pronto soccorso di Torrette con una presunta frattura. Nove ore di attesa prima di essere visitato. Dopo un po’ ha mollato, ed è tornato a casa. «Questo però la dice lunga sulla gravità del suo malessere – tiene a precisare il dottor Fulvio Borromei, presidente dell’Ordine dei Medici di Ancona – Se il paziente ha preferito rincasare piuttosto che attendere il suo turno, vuol dire che avrebbe potuto aspettare direttamente il giorno successivo ed interpellare in prima battuta il suo medico di base che lo avrebbe sicuramente consigliato sul da farsi». Sarebbe questo il punto: il codice verde non dovrebbe nemmeno passare per il pronto soccorso, ma farsi visitare preventivamente dal medico curante. C’è, però, una questione ancora più grave che mette in crisi il pronto soccorso: «mancano i medici – prosegue Borromei – quelli più anziani vanno in pensione, e i concorsi per i nuovi inserimenti vanno deserti».

La criticità

Nessuno vuole più prestare servizio al pronto soccorso: turni estenuanti, grandi responsabilità e remunerazioni troppo basse. «Ciò riguarda non solo il medico del pronto soccorso – precisa Borromei -. Purtroppo questa è una criticità diffusa in tutto il settore». Dunque la sanità pubblica scricchiola. E cosa succede? Pur di non lasciare scoperti i presidi, si ricorre ai gettonisti. Ovvero quei medici che vengono contrattualizzati a prestazione e pagati quattro volte di più dei colleghi assunti. «A Torrette non ce ne sono. – assicura Borromei – ma, purtroppo, in altri pronto soccorso delle Marche sì». Quindi, che fare? Come si può tamponare nell’immediato una tale criticità? «Intanto servono nuove alleanze – spiega Borromei – nel senso che noi medici ce la stiamo mettendo tutta, anche oltre le nostre possibilità, per mantenere alto lo standard qualitativo del servizio. Ma da parte del cittadino serve, appunto, comprensione. E’ questa l’alleanza, tra medici e utenti». Mentre gettando lo sguardo al futuro, il presidente dell’Ordine dei Medici di Ancona si augura che cambi qualcosa sul fronte delle condizioni di lavoro: «servono nuovi contratti con una remunerazione adeguata – afferma – Su questo punto siamo fermi da decenni. Ecco
perchè anche i giovani medici preferiscono lasciare il posto nella sanità pubblica per andare nel privato, oppure accettare quelle distorsioni del sistema come il gettonismo».

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