Un’intesa per garantire salute, appropriatezza e rispetto dei ruoli
Il Presidente dell’ OMCeO di Ancona, interviene sul dibattito sanitario indicando alcuni nodi critici ed ancora irrisolti, auspicando ulteriori confronto tra operatori del settore ed istituzioni.
Appare necessario in questo momento di grave difficoltà complessiva per il Paese e per il nostro territorio, tornare a porre l’attenzione sul mondo della sanità, focalizzandone non solo lo stato di salute attuale ma anche cercando di comprendere quali prospettive vanno delineandosi nel prossimo futuro.
Sicuramente riordinare, ristrutturare un modello sanitario non è semplice, richiede indubbiamente notevole fatica ed un impegno alacre per essere portato a temine in modo equilibrato. Come in ogni altro caso, la fase iniziale di riorganizzazione – ma non solo questa – necessita di un’ulteriore riflessione aggiuntiva, per cui ritengo sia doveroso ascoltare le associazioni sindacali e confrontarsi con loro, in virtù delle preoccupazioni e delle perplessità da queste espresse rispetto all’individuazione di un punto di incontro condiviso con le istituzioni.
Quello del medico, del resto, è un mestiere particolare, le sue azioni sono indissolubilmente connaturate a valori etici ed è proprio su questo punto che, a mio avviso, va concentrata la massima attenzione e su cui va chiesta la massima partecipazione deontologica. Auspico quindi che si possa raggiungere un’intesa finale in grado di garantire salute, appropriatezza e rispetto dei ruoli. E’ per questo che abbiamo accolto la richieste dei sindacati di organizzare presso la sede istituzionale di OMCeO la loro conferenza stampa odierna (20 dicembre).
Investire, per ogni azienda che vuole re-ingegnerizzarsi – comprese quelle sanitarie – è un obiettivo prioritario, sia dal punto di vista economico che professionale.
In qualità di Presidente OMCeO di Ancona ritengo pertanto essenziale che il medico debba comunque essere messo in condizioni di lavorare in assoluta tranquillità e sicurezza. Il ricorso al turnover, ad esempio, non può mettere in nessun modo a repentaglio questo sacrosanto principio, così come le professionalità sanitarie non possono essere inficiate dall’assenza di un apparato tecnologico all’altezza che deve esser loro garantito anche e soprattutto in funzione della salute del cittadino. Se la sanità, quindi, viene davvero considerata una priorità ed un valore aggiunto per tutto il territorio, gli obiettivi sopra elencati dovranno essere perseguiti con grande convinzione ed efficacia, senza infine dimenticare l’annosa problematica del precariato che mina lo sviluppo e la crescita professionale delle giovani generazioni dei medici e che per questo deve essere risolta al più presto.