Corriere Adriatico, 10/09/24: “Sanità al collasso, una Costituente per riformare l’intero settore”
Fulvio Borromei richiama le istituzioni. Il presidente dell’Ordine di Ancona: “Fare presto”
Dalle Marche l’appello a riscrivere il Sistema Sanitario Nazionale. A rivolgersi al mondo della politica è Fulvio Borromei, presidente dell’Ordine dei Medici e Odontoiatri della provincia di Ancona. Con oltre 40 anni di professione alle spalle, criticità affrontate e fiducia nella nuova generazione di medici, Borromei sottolinea l’urgente necessità di dare vita alla Costituente sanitaria. Nome da lui stesso coniato.
Le criticità
“Le criticità che vediamo oggi sono frutto di anni di depauperamento. Occorre rifondare la Sanità pubblica come si fece con la Costituzione Italiana. Alla Politica dico: il Sistema Sanitario va riscritto alla base. Facciamolo insieme”. Se si volesse darle un nome sarebbe Costituente Sanitaria: un organismo composto da professionisti e istituzioni che, parimenti a quanto fecero i nostri padri costituenti agli albori della Repubblica, possa rifondare dalle basi una Sanità pubblica in grado di affrontare le attuali esigenze di assistenza e cura. E’ questo l’auspicio del Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Ancona, nonché consigliere della Federazione Nazionale degli ordini, Fulvio Borromei, che sul Sistema Sanitario Nazionale, e quindi regionale, ha una visione ben precisa. “Va riscritto dalle basi conservando l’impianto universalistico originario, proprio come avvenne con la nostra Costituzione. Non possiamo pensare di risolvere le criticità focalizzandoci sulle singole problematiche: così non si fa altro che confondere l’effetto con la causa. Le liste di attesa, la congestione dei Pronto Soccorso, la carenza di medici di medicina generale sono solo la punta di un iceberg vastissimo, sono la parte visibile di un sistema minato alla radice, a causa di oltre venti anni di smantellamento della sanità pubblica. Non risolveremo mai il problema delle liste d’attesa, ma neanche tutti gli altri, se non comprendiamo che va affrontato in primo luogo il tema molto più ampio di un Servizio Sanitario che non risponde più alle attuali esigenze di salute e di cura”.
Troppi vincoli
Da evidenziare è, inoltre, la burocrazia. “Il medico deve anche essere messo in condizione di lavorare al meglio per affinare la pratica professionale: non è possibile che il 30% del tempo debba essere speso dietro la burocrazia. Visitare, parlare con il paziente, studiare: è questo che va sempre fatto. Il tempo clinico, diagnostico, terapeutico e riabilitativo e il tempo dello studio devono rimanere le priorità di un professionista in camice bianco”. Per raggiungere l’obiettivo di una Costituente sanitaria il primo step è “creare un tavolo di lavoro condiviso, tra istituzioni e professionisti della sanità, per riscrivere un nuovo modello di sanità pubblica e stabilire una road map che porti all’obiettivo comune di garantire la salute del cittadino”. Per creare la Costituente sanitaria, Borromei, rivolgendosi alla politica, parla in prima persona plurale: “rifondiamo insieme il Sistema Sanitario: noi medici ci siamo e mettiamo a disposizione la nostra esperienza e la nostra visione, che non hanno colori politici ma sono al servizio della collettività”. E proprio sulla collettività, Borromei accende un ulteriore riflettore, partendo dai numerosi casi di cronaca, dai quali emerge che non sempre i pazienti riconoscono il ruolo e il valore dei camici bianchi, costantemente sotto attacco. Fenomeni di rilevanza crescente come la violenza contro il personale sanitario e le innumerevoli denunce per presunti errori medici, che il più delle volte si rivelano poi totalmente infondate, come dimostra l’assoluzione dei professionisti nel 95% dei casi. “Sono tra gli elementi che minano la tenuta del Sistema Sanitario – spiega il dr Borromei – negli ultimi decenni, i medici sono praticamente diventati il capro espiatorio di tutto ciò che in sanità non funziona, un bersaglio facile contro il quale si radicalizzano tante tensioni sociali”.
“Violenza sui medici, è ora di dire basta”
Fulvio Borromei ammonisce: “Attenzione alla violenza sui medici: da anni sono un bersaglio troppo facile, così si indebolisce tutto il Sistema”. Sono un bersaglio della collettività “anche perché non viene adeguatamente fatto percepire alla popolazione che aggredire un medico è un reato, e come tale ha delle ricadute penali. Senza una risposta immediata del legislatore di fronte alla violenza, il medico è lasciato solo e questo dequalificare costantemente la sua figura rende più fragile l’intero sistema”. Quello che viene spesso dimenticato “è che negli ultimi decenni il Servizio Sanitario Nazionale si è potuto sostenere proprio grazie all’abnegazione dei medici (e non solo), che per mantenere fede alla propria etica professionale e al proprio ruolo di garanti della salute pubblica, hanno accettato di lavorare in maniera calmierata dal punto di vista economico – afferma Borromei – Va detto, tra l’altro, che gli emolumenti dei medici italiani hanno subito negli anni un depauperamento del potere d’acquisto del 7% e che quelli dei collegi europei sono più alti di un terzo. Occorre incentivare la permanenza dei medici nel Sistema Sanitario con prospettive stipendiali e di carriera adeguate agli standard delle altre nazioni europee, bisogna agire sullo scarso turnover che impone orari di lavoro massacranti e poco conciliabili con la vita privata e va arginata la pervasività della burocrazia nella professione. È qui, alla base, che bisogna agire. E bisogna farlo subito”.